Eccolo, è qui

Sono grigie,  le nuvole che coprono il cielo; grigio è  l’orizzonte, l’aria stessa che respiri. Un raggio timido sbuca talvolta, ma subito si ritrae –  pudico – quasi fosse vergogna illuminare intorno.

Piove ogni tanto, goccioline fitte e veloci che quasi tolgono il fiato; le foglie gialle cadono, si imbrattano nelle pozzanghere, si disfano contro la terra bagnata. Altre rimangono ancora sugli alberi, resistono. Sono verdi, per ora, ma nel loro colore indovini una vena d’oro che presto si spanderà e non lascerà posto ad altro colore.

Ti stringi nelle spalle – appena un poco infreddolita – guardi dalla finestra il giardino al pianterreno ed  il viale dei carpini che sembra così stanco …

Affrettati, che vorresti andare a scrivere, affrettati; si fa sera ed ancora non hai terminato tutto quel che dovevi.

C’erano i garage da pulire, la cantina da riordinare; c’erano le scarpe pesanti da togliere dalle scatole perchè se piove – domani – nessuno di voi saprà cosa calzare. C’era l’armadio colmo ancora di abiti estivi mentre l’autunno avanza e fa quasi freddo.

Affrettati, cerca di essere più veloce; devi ancora sparecchiare, pulire il lavello, riordinare la cucina, preparare il lavoro di domani.

Chiudi il balcone: anche per oggi i panni stesi non si asciugheranno; accendi la radio, in cucina,  e cerchi un po’ di musica.

Fai scorrere l’acqua, annaffi l’orchidea sul davanzale, asciughi qualche goccia caduta sul piano di marmo. Nella casa di fronte gli uccelli nella gabbia ciangottano stridenti e lanciano richiami alle gazze che solcano veloci il cielo; esce una donna dalla portafinestra, guarda in alto e scuote la testa poi rientra e richiude con un tonfo.

Ti stringi nelle spalle – appena un poco infreddolita – ed intanto si fa sera: scende una nebbia leggera dalle colline, si stende un velo grigio sugli alberi, sulle foglie…

 dipinti di Hans Andersen Brendekilde (1857-1942)

Vorrei, pioggia d’autunno, essere foglia

che s’imbeve di te sin nelle fibre

che l’uniscono al ramo, e il ramo al tronco,

e il tronco al suolo; e tu dentro le vene

passi, e ti spandi, e si gran sete plachi.

So che annunci l’inverno: che fra breve

quella foglia cadrà, fatta colore

della ruggine, e al fango andrà commista,

ma le radici nutrirà del tronco

per rispuntar dai rami a primavera.

Vorrei, pioggia d’autunno, esser foglia,

abbandonarmi al tuo scrosciare, certa

che non morrò, che non morrò, che solo

muterò volto sin che avrà la terra

le sue stagioni, e un albero avrà fronde.

ADA NEGRI

14 pensieri su “Eccolo, è qui

    1. nuvolesparsetraledita

      Mi piacciono tanto, le nuvole: sono leggere, mutevoli, cambiano forma e colore pur rimanendo sempre se stesse; sono della materia dei sogni: le puoi guardare ma non afferrare…

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  1. Bello questo racconto connotato di quotidianità e corredato da una bellissima poesia di Ada Negri, autrice che mi ricorda l’infanzia. (La scuola elementare che ho frequentato era a lei dedicata).
    Bella e coinvolgente la riflessione sulla giornata autunnale, sulle tante incombenze da svolgere, che accomunano tutti, e sul tempo tiranno che non basta mai, che porta via con sé i sogni da dedicare alle proprie aspirazioni, magari quelle letterarie.
    Buona giornata..un abbraccio..!! ❤

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    1. nuvolesparsetraledita

      Vero: è, non è più, non è ancora…
      La sua essenza è in queste caratteristiche!
      Buona giornata, grazie di essere passata!

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