Luna d’inverno

Buio, un ansito gelido che stringe il petto mentre esci e vai verso l’auto, stasera.

Nel cielo la luna trascolora e si nasconde dietro a qualche ditata di nubi grigie; sarà neve – da qualche parte, forse, cadranno i bianchi fiocchi a coprire la terra e a scaldarne il cuore segreto – chissà dove.

Rabbrividisci, ed intanto sali in macchina, accendi il motore, riprendi il fiato impacciato che si era ritratto dentro di te e respiri. Si srotola l’asfalto scuro sotto le ruote nere, passano gli alberi scheletrici, passano i lampioni; lungo il viale verso la stazione qualche raro passante cammina svelto. Poi, la strada è deserta –  illuminata appena –  e mostra un volto stanco, sfatto, un volto di donna che invano ha troppo atteso.

Ora la luna è quasi disparsa; l’ansito è più gelido e stringe di più il petto. Un gatto svolta veloce dietro una casa, è un lampo nero che indovini quasi senza vederlo.

Metti al sicuro l’auto, nel calore del suo garage, ti chiudi alle spalle la porta di casa; lo spicchio di luna che ancora resta manda un bagliore pulsante oltre il vetro della tua stanza.

Dormi subito, riposa. Buona notte, spegni le luci.

Quadri di Viktoria Prischedko 

Luna d’inverno

Luna d’inverno che dal melograno
per i vetri di casa filtri lenta
sui miei sonni veloci di ladro
sempre inseguito e sempre per partire.
Come un velo di lacrime t’appanna
e presto l’ora suonerà…
Lontano
oltre le nostre sponde, oltre le magre
stagioni che con moto di marea
mortalmente stancandoci ci esaltano
e ci umiliano, poi splenderai lieta
tu, insegna d’oro all’ultima locanda
lampada sopra il desco incorruttibile
al cui chiarore ad uno ad uno
i visi in cerchio rivedrò che un turbine
vuoto e crudele mi cancella

Maria Luisa Spaziani

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