Madre

Era una sera, era un giorno: non ricordo; o forse i ricordi addolorano, riempiono di tutto quel che tolgono.

Era un giorno, era tanto tempo fa. Ora non ci sente più bene, dimentica spesso anche se ancora vive sola e fa mille volte le scale ripide della vecchia casa.

E’ altra anche se è sempre la stessa: è stato pietoso, il tempo.

Ama le orchidee: non gliene facciamo mai mancare; se le portiamo cuori o cioccolatini è felice della trepida gioia dei bambini che hanno tanto, ma che di quel tanto non si accontentano mai. La riempiamo di regali (ha avuto così poco quando c’era poco per tutti),  la ascoltiamo (era una donna quando le donne tacevano ed obbedivano), la portiamo dove vuole, più o meno quando vuole (non usciva quasi mai di casa: c’era sempre qualcosa da fare), le compriamo vestiti (portava sempre il grembiule…)

E’ il volto dell’infanzia, il sapore delle braccia calde, la sicurezza della casa.

Era un giorno, era tanto tempo fa: la sua pelle era liscia, i capelli chiari, quasi biondi, gli occhi più scuri, la camminata lesta e sicura.

Era una sera, era un giorno: non ricordo; o forse i ricordi addolorano, riempiono di tutto quel che tolgono, ma senza ricordi è il vuoto che ricolma.

madre

Era questa la madre che volevo,
scura e malinconica
lontana dal mondo
ansiosa.
Parla poco e si mangia le parole.
Cade qualche volta e si rialza in fretta.
Era questa la madre che volevo,
scura dolorosa
zoppa
e ho lottato contro le sorelle
ho distrutto i fratelli
perché era questa la madre che volevo,
volenterosa ampia chiusa prigioniera.
Non volevo altra madre che questa,
capelli mai cresciuti che non trovano
forma né pace, la copia trasandata
di se stessa, sfatta di dolcezza,
l’unico lusso era la sua fuga
davanti allo specchio
mentre si vestiva.
Davanti allo specchio mentre si vestiva
lo sguardo le si divaricava
perduto in un’immagine futura,
la prima ladra in lei riconoscevo
che mi rubava l’immagine sicura
e la portava fuori e regalava
quello che solo mio essere doveva.
Patrizia Cavalli

2 pensieri su “Madre

    1. nuvolesparsetraledita

      Ciao, carissima!
      Da madre vecchia ( e figlia) vecchia ci intendiamo!
      Grazie per essere passata e buona primavera autunnale (in Piemonte); com’è da te?

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